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Porto San Giorgio (FM)

Distanza: 39,6km – circa 47 min

Storia

Noto ai tempi di Plinio il Vecchio come Navale Firmanorum, e citato da Strabone nella Tavola Peutingeriana come Castrum Firmanorum o Castellum Firmanorum, Porto San Giorgio è legata allo sviluppo del porto di Fermo, tanto da essere chiamata ancora nel Medioevo con il nome latino di Portus Firmi, probabilmente sito in epoca romana alla foce del fiume Ete.

Collegata alla città di Fermo dalla strada Pompeiana, così chiamata in onore del generale romano Gneo Pompeo Strabone, d’origine fermana, che aveva proprietà latifondiere nel Piceno Fermano. Fu padre del console Gneo Pompeo Magno e rivale di Gaio Giulio Cesare.
Sembra che le sue origini risalgano a una colonia di pescatori veneti o dalmati, stabilitisi, dopo la calata dei barbari e le conseguenti distruzioni, sulle falde del piccolo monte che ora sovrasta l’abitato, il così detto Monte Cacciù. Portu Sancti Georgeij così come era conosciuto nei documenti medievali, divenuto fortezza nell’XI secolo col nome di Castel San Giorgio, nel 1164 passò al Capitolo dei Canonici di Fermo per ordine di Federico Barbarossa e nel 1266 fu preso in affitto dal comune di Fermo. Lorenzo Tiepolo, podestà di Fermo e futuro doge di Venezia, ridette impulso al porto, dotandolo di una roccaforte, la Rocca Tiepolo, eretta nel 1267, baluardo possente e poderoso che assolveva la mansione di torre vedetta e sentinella vigile contro le incursioni dal mare. La storia di Porto San Giorgio da allora in poi si riassume in una serie di tentativi di riconquistare l’autonomia dal dominio fermano. La cittadina sviluppatasi nel corso del XVII secolo tra la linea di costa e la via Lauretana, con l’urbanizzazione del Borgo Marinaro, durante il periodo napoleonico divenne autonoma da Fermo e dopo l’Unità d’Italia definì il proprio ambito territoriale. Solo nel 1887 Porto San Giorgio ottenne almeno in parte il suo territorio.

In epoca medievale, Porto San Giorgio partecipava con i numerosi castelli dell’area intorno Fermo alla Cavalcata che aveva luogo a Fermo ogni 15 agosto. Questa è una manifestazione risalente a prima del 1182 (di tale anno è il primo documento ufficiale). Porto San Giorgio sfilava in testa al corteo multicolore, tra il rullo dei tamburi, il clamore delle chiarine, gli sfarzosi e festosi paludamenti dei magistrati, la selva dei vessilli ed orifiammi. Ma nel 1490, durante tale manifestazione, mentre i sangiorgesi si trovavano a Fermo, duecento fermani, capeggiati da tale Antonio Trovatelli irruppero nel palazzo del Vicario di Porto San Giorgio, bruciando l’archivio e asportando libri e documenti. L’evento testimonia tensioni mai sopite fra i due paesi. Nel 1538 infatti si registrano nuovi importanti contrasti tra il Porto e Fermo, inquietudini che si riannoverano negli anni 1620 e 1711. Asti e attriti che sfociano addirittura nel 1729 in un conflitto tra fermani e portesi, passato alla storia con il nome “guerra per l’imbarco dei grani”.

Dal 1550 per 125 anni, Fermo, Porto San Giorgio e l’intero stato sono governati dal cardinale Nepote o dal parente più prossimo del Papa regnante e ciò conferisce notevole stabilità nella gestione della cosa pubblica. Nel 1741 – 1743 la Congregazione Fermana, stabilisce che Castel San Giorgio sia considerata un castello distinto da Fermo. La cittadina ottiene il diritto di eleggere i suoi consiglieri ed i suoi magistrati e prende il nome definitivo di Porto San Giorgio. Successivamente nel 1749, Porto San Giorgio è alternativamente invaso e occupato da truppe spagnole e truppe tedesche. È il periodo della guerra di successione. L’Arcivescovo del tempo cardinal Alessandro Borgia deve faticare non poco per placare le ire e le vendette del Conte Christian Lobkowitz, il quale minaccia rappresaglie per non aver trovato viveri per le sue truppe dirette verso il Regno di Napoli. Il 28 novembre del 1798 invece, nella pianura tra Porto San Giorgio e Marina Palmense, ha luogo una battaglia tra i Francesi ed i Cispadani comandati dal Generale Micheroux, con la vittoria dei primi.

Un grave atto di nefandezza si consuma l’anno successivo. È il 1799 e tre navi armate, battenti bandiera francese, attraccano in porto. A bordo ci sono giacobini anconetani che fanno prigionieri i sangiorgesì accorsi ad accoglierli e bombardano il paese, causando tre morti e vari danni alle abitazioni. Intanto nel 1802 con un documento sottoscritto da numerosi sangiorgesi, emesso da Pietro Orlandi, gli abitanti ribadiscono il desiderio di autonomia e indipendenza del Porto contro i tentativi di riannessione di Fermo. In seguito nel 1810 per decreto del Viceré d’Italia Torre di Palme è aggregata al Comune di Porto San Giorgio. Nel frattempo nonostante i numerosi riguardi, il Porto continua a subire le scorribande pirata dal mare, che portano nel 1815 all’approdo di una ciurma di corsari i quali rapiscono decine di giovani da vendere come schiavi in Oriente. Sul fronte dell’autonomia da Fermo la città ottiene nel 1816 dal Governo Pontificio, l’indipendenza da Fermo. Qualche decina di anni più tardi, nel 1860, viene negata a Fermo, con la Legge Rattazzi, la Provincia che aveva ottenuta dall’autorità pontificia; in compenso le viene ceduta Torre di Palme, già aggregata e difatti tolta a Porto San Giorgio. Negli anni successivi vengono pian piano edificate le infrastrutture quali la Stazione nel 1863, la rinomata Società Operaia di Mutuo Soccorso, il teatro, e tutta quella serie di opere restauri, rinnovamenti che portano Porto San Giorgio a raggiungere la fisionomia conosciuta ai giorni nostri.

Monumenti e luoghi d’interesse

  • La chiesa di San Giorgio del diciannovesimo secolo che ospita una copia del Polittico di Porto San Giorgio di Carlo Crivelli.
  • La chiesa delle Anime Sante del diciassettesimo secolo.
  • Il Teatro comunale, edificato nel 1815 e affrescato nel 1910 da Sigismondo Nardi.
  • La Rocca Tiepolo, prende il nome dal Governatore di Fermo Lorenzo Tiepolo che la fece costruire nel 1276 per difendersi dagli attacci dei pirati saraceni. L’interno, conservato in discrete condizioni e recentemente restaurato, ospita un teatro all’aperto in cui si svolgono manifestazioni culturali e concerti.
  • Villa Bonaparte. Costruita su richiesta del fratello di Napoleone, Girolamo Bonaparte, che soggiornò a Porto San Giorgio tra il 1829 ed il 1832, venne realizzata in stile neoclassico seguendo il progetto di Ireneo Aleandri, e fu dal Bonaparte dedicata a “Caterina”. Per divergenze politiche con il Re di Napoli, venne confi­scata nel 1831 e venduta, pochi anni dopo, alla nobile famiglia Pelagallo, dopo essere stata adibita a Camera Apostolica. La villa presenta ancora oggi nella facciata esterna decorazioni con bassorilievi e altorilievi di trofei d’armi ed è circondata da un parco di notevoli dimensioni. All’interno le stanze pregevolmente affrescate, ospitano numerosi mobili in stile impero dell’epoca che poggiano su di un pavimento in graniglia che presenta decorazioni a mosaico.
  • Ville in stile liberty.
  • Piazza San Giorgio.
  • L’intero centro antico denominato “Castello”, circondato da una cinta muraria ben riconoscibile e recentemente restaurata, con un camminamento illuminato e tre torri merlate.
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